Nonostante l’appoggio totale della tifoseria il manager del Newcastle è costretto a lasciare: «Non potevo decidere».

Per i tifosi del Newcastle Kevin Keegan resta il Messia. Per il presidente Mike Ashley e la dirigenza non lo era più da tempo. Forse non lo è mai stato. Di certo lo hanno spinto alle dimissioni imponendogli condizioni che un manager del suo calibro non poteva accettare, per coerenza con i suoi principi, con la sua carriera, e soprattutto per difendere la sua (enorme) credibilità presso i tifosi bianconeri: «La mia opinione è semplice: credo che un manager abbia il diritto di scegliere i giocatori e questo è un compito che spetta solo a lui, non ai direttori del club. Ho cercato in tutti i modi in questi giorni di trovare una soluzione ma non è stato possibile. Mi spiace, auguro al Newcastle le migliori fortune. Mi spiace enormemente lasciare, per i giocatori, per i miei collaboratori e soprattutto per i tifosi».
Finisce così dopo appena otto mesi l’avventura di Keegan al Newcastle, iniziata nel gennaio di quest’anno in sostituzione di Sam Allardyce. La terza parentesi dopo quelle da giocatore nel biennio 1982-84 e da allenatore tra il 1992 e il 1997.
Il successo che ha caratterizzato le prime due non ha accompagnato l’ultima. Ma appare evidente come il mito Kevin Keegan sia stato utilizzato per avvicinare la tifoseria alla nuova dirigenza, per poi metterlo all’angolo appena due settimane dopo il suo ingaggio, retrocedendolo nei fatti da manager a semplice allenatore, con la nomina di Dennis Wise come direttore con la delega di operare sul mercato. Una scelta apparsa strana sin dal primo momento o quantomeno indicativa delle reali intenzioni di Ashley: decidere con un “suo” uomo quali giocatori tenere e chi mandare via. L’arrivo di Wise era stato salutato pubblicamente da Keegan con una perentoria presa di distanze: “La società ha deciso di organizzarsi in questo modo ma sono io a scegliere la squadra e fare il mercato”.
I fatti hanno confermato solo la prima metà della frase. Il mercato estivo è stato condotto dalla coppia Ashley-Wise in perfetta solitudine, non tenendo conto delle indicazioni di “King Kev”. E’ stato ceduto all’Aston Villa per 12 milioni di sterline James Milner, l’uomo sul quale Keegan aveva promesso “di voler costruire attorno la sua squadra”. E’ stata tolta qualità al centrocampo con la cessione dell’ex nerazzurro Emre, lasciato libero di tornare in Turchia. Sono arrivati l’ex milanista Fabricio Coloccini, Jonas Gutierrez, Ignacio Gonzalez, Sebastian Bassong, Danny Guthrie e in chiusura di mercato il giovane attaccante spagnolo Xisco.
In questo avvio di stagione la squadra ha pareggiato 1-1 all’esordio all’Old Trafford contro i campioni in carica del Manchester United, ha vinto in casa 1-0 contro il Bolton Wanderers per poi vincere 3-2 con un gol di Michael Owen ai supplementari nel primo turno di Coppa di Lega a Coventry. Dopo un trittico promettente è arrivata la sfida all’Emirates stadium contro l’Arsenal. Qui sono venuti fuori i problemi di un mercato poco attento alle vere esigenze della squadra: con tutto l’attacco infortunato (Viduka, Martins, Duff) e con mezzo centrocampo fuori uso (Cacapa, Smith e Geremi), erano questi i reparti dove bisognava intervenire. Si è pensato a cedere anziché investire. Con una squadra incerottata e che schierava in panchina il baby trio Ben Tozer, Ryan Donaldson e Nile Ranger. Nessuna sorpresa che l’Arsenal abbia vinto 3-0. Se Van Persie non avesse aperto le marcature al 18′ su rigore i gunners avrebbero trovato un altro modo per passare in vantaggio tale era la differenza di qualità tra i giocatori delle due squadre. Eppure Ashley da Keegan pretendeva “un posto tra le prime quattro”. Con questi uomini sarà difficile per chiunque andare oltre metà classifica. I tifosi sono i primi ad esserne consapevoli e ora chiedono che ad anadarsene sia la coppia Ashley-Wise che affida a un comunicato il “dispiacere per la decisione di Kevin di abbandonare il suo incarico”.
La decisione di Keegan segue di poche ore quella di Alan Curbishley che ha rassegnato le dimissioni dalla guida del West Ham per non essere stato consultato nella gestione del mercato-giocatori. Tra i candidati alla successione i più graditi ai tifosi sono gli ex hammers Slaven Bilic (ct della nazionale croata) e Paolo di Canio, piace meno la pista che porta ad altri allenatori italiani caldeggiata dal direttore sportivo Gianluca Nani. LECHAMPIONS EUROPA

©LECHAMPIONS.it. Tutti i diritti riservati/All rights reserved.